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Se un bambino va in ospedale

Un bambino ricoverato non manifesta solo una parte malata da curare ma mostra anche i suoi aspetti sani, le sue risorse vitali che richiedono attenzione e cura.
Un bambino ha bisogno anche di una certa continuità rispetto al passato, esso pertanto trarrà beneficio dal vedere una coppia genitoriale unita, che ogni tanto si concede una serata con gli amici: questo sarà per lui un messaggio implicito che la vita continua e che se la mamma ed il papà ridono ancora, allora lui non è “spacciato”.

L’idea che la vita continua si comunica anche attraverso l’impegno nelle attività scolastiche, nel fare progetti concreti ed a breve termine come per esempio fare una breve gita dopo le dimissioni dall’ospedale.
Inoltre è particolarmente importante che l’azione educativa vada esercitata in modo continuativo rispetto a prima della malattia.

Pur essendo spontaneo un atteggiamento più clemente verso un bambino che soffre, occorre rispettare alcuni limiti. Viziare un bambino malato può essere rischioso sia perché soddisfacendo ogni sua richiesta, egli potrebbe inconsapevolmente pensare ad un aggravamento della malattia con le conseguenti reazioni di ansia, sia perché utilizzare spesso un mezzo materiale come un gioco o un nuovo acquisto potrebbe limitare l’espressione dei sentimenti che è invece lo strumento migliore per elaborare la sofferenza.
Infine, fratelli e sorelle potrebbero provare invidia e risentimento.
Qualche rimprovero, anche in questi momenti, trasmette sicurezza perché farà rivivere al bambino una situazione di normalità.
Il miglior dono che si può fare ad un bambino che sta male è offrirgli un ambiente normale e circondarlo con una famiglia affettuosa.
Inoltre, i bambini sono esperti nell’affrontare, in modo creativo, un momento difficile; essi sanno trasformare in gioco la durezza presentata loro dalla vita. Il gioco diventa per essi un modo personale per esistere in uno spazio nuovo e depersonalizzante. Attraverso il gioco e la fantasia il bambino costruisce un luogo ed un modo per trasformare le proprie esperienze.
Questa attitudine alla trasformazione è la potenzialità del bambino e la risorsa che lo differenzia dall’adulto nella vita quotidiana.
Tale forza gli conferisce la resilienza ovvero la capacità di modificarsi senza spezzarsi, di crescere apprendendo nuove forme da dare al dolore mettendo le ali alla sofferenza.

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